Riso italiano in pericolo


Propanile e Quinclorac, si o no? Si tratta dei principali prodotti per combattere le infestanti nelle risaie piemontesi e lombarde, eppure i due principi attivi sono ancora in attesa di autorizzazione, con grave danno per agricoltori, contoterzisti e, in generale, per la risicoltura italiana

TORINO - In attesa che i ministeri per la Salute, l’Ambiente e le Politiche agricole prendano una decisione sollecitata da tutte le associazioni di categoria, si profila una vera e propria emergenza fitosanitaria che rischia di far perdere l'80% della produzione di riso italiano. Un allarme che si aggiunge all'invasione in Europa di riso asiatico, dovuta principalmente al fatto che l’Unione Europea è strutturalmente deficitaria di riso con un grado di autosufficienza di circa il 65% (dato del 2015) e una tendenza alla contrazione.

L’Italia è il principale bacino di approvvigionamento di riso interno all’Unione europea e la mancata autorizzazione dei principi attivi per eliminare malerbe come giavoni, alisme, quadrettoni e zigoli, determinerà l’impossibilità da parte di contoterzisti e risicoltori di gestire correttamente le risaie e di garantire una risposta adeguata alla domanda europea di riso. La situazione di incertezza rischia di causare ingenti perdite per il settore e favorendo un ulteriore incremento delle importazioni, cresciute del 60% tra il 2011-2012 (873mila tonnellate) e il 2016 (1 milione e 363mila tonnellate).

"Da diversi anni sono cresciute le difficoltà di controllo di alcune infestanti della risaia che hanno comportato la riduzione della produzione e forti incrementi di costo per ettaro. Sono diverse le cause che hanno portato all'insorgere di queste problematiche. Tuttavia grazie agli usi di emergenza rilasciati da parte dei ministeri competenti fino al 2017 è stato possibile contenere tali problematiche. La sensazione è che oggi nessuno abbia intenzione di assumersi delle responsabilità, autorizzando l’uso di molecole autorizzate in deroga per anni", commenta il presidente dei Contoterzisti Vercellesi Beppe Delsignore. "In questa fase, la mancanza di un governo e di una politica viene portata come giustificazione per non adempiere a scadenze urgenti. Non occorre un ministro o un indirizzo politico a favore o contrario gli erbicidi, ma dirigenti seri, chiamati a rinnovare le autorizzazioni date da anni e a garantire alle aziende gli stessi standard produttivi e di qualità. Sono a rischio 60.000 ettari di risaie".



Data pubblicazione

04-05-2018

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