La Pac non sta salvando la biodiversità


Nonostante specifiche misure della Politica agricola comune, i terreni agricoli diventano anno dopo anno sempre più poveri. La Corte dei conti europea segnala gli errori del passato e suggerisce cosa fare. Per UNCAI lo sbaglio principale è l’assenza di politiche che promuovano una crescita professionale del settore, attraverso il ricorso a servizi agromeccanici specializzati di contoterzisti iscritti a un albo di categoria, il modo più semplice e naturale per aumentare il livello di conoscenza per ettaro e avviare un programma di intensificazione sostenibile e di #RecoveryFarms


ROMA, 11 giugno 2020 La Corte dei conti europea ha reso noto che la Politica agricola comune (Pac) non è stata efficace nell’invertire il declino della biodiversità che dura ormai da decenni e l’agricoltura intensiva resta la principale causa di perdita di biodiversità. Esiste però anche la via dell’intensificazione sostenibile, non abbastanza perseguita, che cerca di trarre vantaggio dai progressi della scienza e della tecnologia; inoltre esistono regole bizantine che rendono spesso vane le misure volte alla difesa del suolo e delle risorse idriche, alla conservazione della materia organica, dell’habitat e del paesaggio. La Corte ha rilevato carenze nella strategia dell’Ue sulla biodiversità fino al 2020 e nel suo coordinamento con la Pac. Inoltre, il monitoraggio operato dalla Commissione sulla spesa Pac per favorire la biodiversità è inaffidabile e la maggior parte dei finanziamenti ha scarso impatto su di essa.

Una deficit ambientale che sarà corretto a CONDIZIONE che si imbocchi la strada della crescita professionale in agricoltura, via resa possibile dai contoterzisti agromeccanici, da un albo di categoria e da incentivi agli agricoltori a condizione che si avvalgono di servizi esterni specializzati per le lavorazioni dei terreni, come UNCAI sostiene da anni”, dichiara il presidente dell’Unione nazionale contoterzisti Aproniano Tassinari.

Questo è il solo regime possibile della Pac ai fini di un miglioramento della biodiversità sostenibile da un punto di vista economico e misurabile, ma la Commissione e gli Stati membri hanno privilegiato opzioni a basso impatto oppure dai benefici ambientali molto opinabili, in quanto non quantificabili o sovrastimate.

Ovunque operino, i contoterzisti aumentano il livello di conoscenza per ettaro, non solo quello di meccanizzazione, portando nel processo di produzione le innovazioni necessarie a produrre di più con meno, secondo il modello dell'intensificazione sostenibile, indispensabile per un concreto e solido piano di #RecoveryFarms”, conclude Tassinari.



Data pubblicazione

11-06-2020

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