DL infrastrutture


DL infrastrutture e mondo agromeccanico

Tra luci e ombre, le quattro semplificazioni nella procedura di immatricolazione delle macchine agricole inserite nel decreto legge infrastrutture e trasporti

ROMA – Dal decreto legge infrastrutture e trasporti n.121/2021 arrivano quattro novità per il mondo agromeccanico con semplificazioni nella procedura di immatricolazione delle macchine agricole. In particolare, la lunghezza massima dei convogli agricoli passa da 16,50 a 18,75 metri. Con il dl si va, così, incontro a una richiesta avanzata da contoterzisti, agricoltori e costruttori. “Grazie al viceministro alle infrastrutture e mobilità sostenibili Alessandro Morelli e al sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio ai quali tempo fa avanzammo la richiesta di rivedere il limite di lunghezza dei convogli agricoli, vista la grande manovrabilità garantita dai carrelli porta attrezzi e dai rimorchi oggi in commercio. Molti meriti vanno anche a FederUnacoma, la federazione dei costruttori presieduta da Alessandro Malavolti, che ha fatto presente in tutte le sedi le ragioni tecniche che rendevano anacronistico il vecchio limite di lunghezza”, il commento del Presidente di contoterzisti Uncai Aproniano Tassinari.

Il decreto infrastrutture consente, inoltre, l’immatricolazione di mezzi agricoli a nome di una rete di imprese. “Un’impresa dovrà, tuttavia, essere incaricata di svolgere le funzioni amministrative attribuite dalla legge al proprietario del veicolo: un servizio che soprattutto un agromeccanico potrà responsabilmente offrire”, commenta il presidente Uncai.

Gli altri due aspetti del settore agromeccanico inseriti nel dl sollevano, invece, qualche perplessità. Tra i suoi contenuti c’è la possibilità da parte di chiunque di immatricolare una macchina agricola con una massa massima a pieno carico tecnicamente ammissibile non superiore alle 6 tonnellate, o un rimorchio agricolo con massa complessiva fino a 6 tonnellate: “Una liberalizzazione agli hobbisti. Ci auguriamo non produca effetti deleteri in termini di sicurezza e di qualità di lavoro. In precedenza, infatti, solo un professionista poteva acquistare un trattore”, commenta il presidente Tassinari.

Infine l’inserimento delle macchine agricole con più di 40 anni nella categoria dei veicoli d’epoca. I vecchi trattori, una volta iscritti nei registri dei veicoli d’epoca, non saranno più oggetto di adeguamento, manutenzione o revisione, non potranno più circolare in strada e solo sulla carta non dovranno più essere usati in campo. Potranno comunque essere commercializzati in Italia e all’estero, senza radiare la targa. “Sembra un modo per sollevare i trattori degli anni ‘70 e primi anni ‘80 da ogni obbligo di sicurezza sul lavoro e di adeguamento, per esempio con una struttura anti ribaltamento. Si parla di almeno 500 mila robusti mezzi agricoli, che ancora scendono in campo e che probabilmente usciranno dai radar dell’Inail. Almeno non beneficeranno più del gasolio agricolo agevolato”, conclude il presidente Tassinari.



Data pubblicazione

09-11-2021

Allegati



Torna alla lista delle comunicazioni

Diventa socio
di UNCAI

Normative e
documenti

Link Utili
e portali

Partners e
convenzioni

Vai a
Confagricoltura

Previsioni
Meteo

L'Accademia
risponde

Entra nella
Gallery

Contributi
Pubblici

Partners