Agire contro il consumo di suolo


Tassinari: “La terra si è ridotta a merce, priva di storia, di tradizione e degli altri significati che le appartengono, soprattutto ambientali. L’approvazione della legge contro il consumo del suolo diventi l’ultimo gesto grandioso di questo Parlamento e del Governo”

Il 26 luglio è stato presentato il Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, edizione 2022, redatto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (isprambiente.gov.it/it). L’Italia non è messa bene. Si trova tutta lì, dove stazionano i predatori del suolo. Non è una novità. Ma nel 2021 la situazione è diventata fuori controllo con una media di 19 ettari di suolo naturale o seminaturale persi al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, e quasi 70 km2 di nuove coperture artificiali. Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato.

La terra si è ridotta a merce, priva di storia, tradizione e degli altri significati che le appartengono, soprattutto ambientali”, è il commento amaro del presidente dell’Unione Contoterzisti - UNCAI, Aproniano Tassinari .

Dopo la diffusione della notizia, associazioni ambientaliste e agricole hanno giustamente alzato la voce. Ma la politica ha speso pochissimo fiato. Ma si sa, il silenzio è d’oro. Evita polemiche. Garantisce tranquillità e un po’ di quattrini di oneri di urbanizzazione. A parole, tutti Greta Thunberg, ma neve al sole al momento dell’azione, al momento di approvare la legge contro il consumo di suolo, pronta dal 2013, ma incagliata in un sistema politico vischioso che sacrifica il passato e il futuro a un presente infinito e globale”.

Il suolo italiano macina record ambientali negativi. Medaglie al disonore, che nessuno vorrebbe appese al proprio petto, ma da noi si portano con disinvoltura. “Quando il Rapporto sul consumo del suolo non è più la notizia del giorno da commentare, le lacrime e le dichiarazioni standard di sdegno finiscono, ma la musica rimane immutata e il De profundis non si trasforma in Te Deum”, prosegue Tassinari che però preferisce immaginare, almeno in questa occasione, una protesta corale e compatta: “A fine settembre avremo un nuovo Parlamento che erediterà decisioni prese, anche in extremis, dagli attuali deputati e senatori. L’approvazione della legge contro il consumo indiscriminato del suolo può diventare una di queste decisioni, l’ultimo gesto grandioso e determinato del Parlamento e del Governo Draghi”, conclude il presidente UNCAI.

di Marco R Menga



Data pubblicazione

04-08-2022

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