Assemblea Apimaie Bologna


Da Bologna rilanciato l’appello per un Albo nazionale di categoria che distingua chiaramente gli agromeccanici dagli agricoltori”

BOLOGNA – Davanti a un bivio c’è sempre una scelta. Si è svolta, così, la prima assemblea degli agromeccanici Apimaie Bologna dal loro ingresso in Uncai dello scorso dicembre. Per l’Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola, Industriale ed Edile di Bologna sono intervenuti il presidente Erik Benedetti e il direttore Claudio Trombetti, per Uncai il presidente Aproniano Tassinari e il direttore tecnico Roberto Scozzoli per Uncai. Presente anche Roberto Fantoni, presidente del Consorzio Apimai Servizi.

Siamo grati agli agromeccanici di Bologna di aver scelto di proseguire la loro storia associativa con Uncai”, ha detto in apertura Aproniano Tassinari: “Si tratta per noi di un segnale forte per continuare a chiedere una più netta qualificazione delle imprese agromeccaniche, quali realtà a supporto delle aziende agricole e degli agricoltori, in nessun modo equiparabili a loro, dal momento che costruiscono il proprio successo imprenditoriale non decidendo cosa coltivare, ma con la professionalità, la precisione e la tempestività dei servizi agromeccanici offerti prima di tutto agli agricoltori; inoltre numerosi agromeccanici non hanno terra né in affitto né di proprietà”. “Non capiamo a quale scopo equiparare le due categorie”, ha proseguito il presidente Tassinari: “Hanno una storia e dei compiti differenti. L’agricoltore ha una responsabilità diretta di fronte alla collettività, produce cibo nel rispetto del territorio e dell’ambiente. Invece gli agromeccanici sono responsabili del proprio operato di fronte agli agricoltori; sono professionali se mandano in gol l’agricoltore, facendogli centrare tutti gli obiettivi economici, ambientali e sociali. Meritano sostegni e aiuti specifici che per Uncai passano da un Albo nazionale di categoria che li identifichi con grande chiarezza”.

Buona parte degli agromeccanici è tuttavia anche agricoltore, conducendo dei fondi a vario titolo: “In questi casi si tratta di tenere ben separate le due attività, facendo di quella conto terzi un’attività di impresa e non connessa, ossia un servizio professionale orientato al cliente e non un modo che lo Stato italiano concede agli agricoltori per diversificare il reddito agrario”, ha proseguito il direttore di Uncai Roberto Scozzoli che ha concluso ricordando i compiti di una associazione di contoterzisti: “Offrire agli associati servizi efficaci e puntuali, e soprattutto veramente tarati sulla realtà agromeccanica, da quelli fiscali e di contabilità a quelli tecnici legati, per esempio, alla Pac o alla gestione e utilizzo corretto dei dati raccolti con mezzi e attrezzature connesse tra loro, affinché possano lavorare in azienda in totale tranquillità. Solo se restiamo uniti e facciamo massa critica saremo presi sul serio, non certo se lasciamo che gli agromeccanici vengano sciolti e confusi tra gli agricoltori” .



Data pubblicazione

24-04-2023

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