Una storia di ripartenza, dalle macerie del 1945 all’alluvione del 2023 fino alle sfide dell’agricoltura 5.0: l’assemblea dell’associazione ravennate rilancia la proposta di un Albo professionale nazionale e propone una Fondazione territoriale per preservare la cultura agricola ravennate
Milano Marittima (RA), 4 dicembre 2025 – Si è tenuta presso il Palace Hotel di Milano Marittima la celebrazione per l’80° anniversario di APIMAI Ravenna, un evento che ha radunato oltre 350 ospiti tra imprenditori, rappresentanti istituzionali e partner di filiera. L’assemblea, organizzata in un momento cruciale di ripartenza per il territorio dopo l’alluvione del 2023, è stata definita dal Presidente del Consorzio APIMAI Servizi, Roberto Fantoni, come un ponte tra storia e futuro, sottolineando che «la vera sfida per il futuro non è prevederlo, ma contribuire a costruirlo».
La giornata ha visto la partecipazione di numerose figure di rilievo, tra cui il Prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi, l’Assessore all’Agricoltura di Ravenna Barbara Monti, il Vice Commissario alla ricostruzione Gianluca Loffredo, il Segretario Generale di Federacma Gianni Di Nardo, Lorenzo Iuliano di Federunacoma e Fabrizio Canesi, Coordinatore Nazionale UNCAI. In apertura il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha lanciato in video un messaggio chiave: gli agromeccanici rappresentano una vera e propria “eccellenza della nostra terra”, un pilastro oggi chiamato a fronteggiare sfide sempre più complesse.
A dare il via ai lavori è stato il direttore di APIMAI, Roberto Scozzoli, che ha riavvolto il nastro della memoria fino al 16 aprile 1945: «L’associazione nacque per una necessità impellente, ovvero l’enorme bisogno di approvvigionarsi di grano e rimettere i terreni in produzione». Scozzoli ha evidenziato come l’evoluzione del servizio, pur mantenendo le radici storiche, abbia richiesto un aumento radicale dell’efficienza e della «conoscenza necessaria per ettaro coltivato».
Proiettando il lavoro associativo nel futuro, Scozzoli ha lanciato una proposta strategica: la creazione di una Fondazione agricola per il territorio di Ravenna. Un progetto ambizioso che vedrebbe APIMAI collaborare con i sindacati agricoli e gli organi istituzionali locali con l’biettivo di preservare, valorizzare e rendere attuale la cultura agricola locale.
Il cuore politico dell’assemblea ha riguardato l’iter legislativo per l’Albo Nazionale degli Agromeccanici. Aproniano Tassinari, Presidente UNCAI, ha ribadito l’importanza del riconoscimento: «L’Albo Nazionale vuole essere una garanzia di qualità, trasparenza e competenza». Tassinari ha anche sottolineato il ruolo degli agromeccanici nel portare economie di scala non solo nelle aziende, ma anche nella gestione del territorio: «La vostra capacità di leggere i territori supera i confini della singola azienda agricola per abbracciare orizzonti più ampi, essenziali per la tutela dell’ambiente».
Sui tempi di approvazione è intervenuto l’On. Davide Bergamini, che ha portato un aggiornamento fondamentale: «Le commissioni alla Camera hanno dato parere positivo e il Ministero ha trovato i fondi. Confido che in primavera il testo arrivi in aula». L’istituzione dell’Albo risponde a un duplice imperativo: difesa della categoria con percorsi professionali chiari, essenziali per contrastare la concorrenza sleale; funge da potente catalizzatore per le nuove generazioni.
Il tema dei giovani e della formazione è stato centrale. Donato Rossi, delegato di giunta nazionale di Confagricoltura per le politiche agromeccaniche, dopo aver ricordato il rapporto di partenariato tra UNCAI e Confagricoltura, ha sintetizzato: «Smart e digital farming non sono slogan, ma il sistema attuale di fare agricoltura. Il contoterzista crea il trait d’union tra agricoltura e ambiente, garantendo sostenibilità e ricambio generazionale».
L’Albo, con le sue caratteristiche 4.0 e 5.0, unite alla garanzia di accesso a bandi e formazione specifica, ne farà lo strumento chiave per attrarre i giovani. Su questo ha concluso il Presidente di APIMAI Ravenna, Roberto Tamburini: «C’è bisogno di gente specializzata. I giovani sono la nostra forza, ma occorre dare loro opportunità concrete, non raccontare favole. Dobbiamo difendere il nostro futuro, tutti insieme».