Tassinari: «L’agricoltura non è la pedina di scambio per il riarmo europeo. No ai diktat sul Mercosur»
BRUXELLES/ROMA, 19 DICEMBRE 2025 – UNCAI (Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali) prende una posizione netta sugli esiti della mobilitazione che ha visto oltre 10.000 agricoltori e 1.000 trattori provenienti da tutti i 27 Stati membri convergere nel cuore di Bruxelles. Il Presidente nazionale Aproniano Tassinari denuncia la preoccupante deriva istituzionale che vede il sacrificio della Politica Agricola Comune (PAC) in favore della spesa militare.
«Il sistematico ridimensionamento di fondi e visione per l'agricoltura è il segnale che l’istituzione europea ha posto il conflitto davanti alla produzione primaria», dichiara il Presidente Tassinari. «Siamo di fronte a un cambio di paradigma, un vero e proprio Riarm Europe, che drena risorse vitali: si prospetta un taglio complessivo di 90 miliardi di euro a livello UE, con una perdita netta di 9 miliardi per l’Italia. Per questo è necessario un referendum europeo sul riarmo e sull'Ucraina. Entro fine gennaio la macchina consultiva potrebbe essere pronta; solo restituendo la parola ai cittadini la destinazione dei fondi PAC tornerà a essere trasparente e rispondente al volere dei popoli».
Sulla questione degli scambi internazionali, UNCAI stigmatizza l’ultimatum del Presidente brasiliano Lula sull’accordo Mercosur. «Davanti a un’Europa ricattabile, la risposta deve essere un "No" risoluto», prosegue Tassinari. «I tentativi di forzare la mano per una firma immediata ci impongono di difendere la nostra sovranità. Non accetteremo l’ingresso di prodotti che non rispettano i nostri standard di sicurezza e benessere animale. L’agricoltura è un asset strategico e la reciprocità non è negoziabile: non si può permettere l'accesso privilegiato al mercato unico a chi produce senza i vincoli ambientali e sociali imposti ai nostri operatori».
L’Unione Contoterzisti evidenzia come i dati delineino un quadro allarmante. La riduzione del 25% dei fondi PAC post-2027 minaccia direttamente la tenuta del sistema: il rischio concreto è la chiusura di 270.000 aziende agricole italiane, circa un terzo del totale. «I crolli previsti del 64% nei seminativi e del 27% nell'olivicoltura», avverte Tassinari, «provocheranno una contrazione del mercato che colpirà duramente le imprese agromeccaniche. Questo scenario accelererà una pericolosa selezione, escludendo le realtà meno strutturate e concentrando l'offerta di servizi solo in chi ha già potuto investire in efficienza».
Un rischio specifico riguarda la transizione tecnologica. La diluizione della PAC in un Fondo Unico potrebbe compromettere i canali di finanziamento dedicati all'Agricoltura 4.0. Senza fondi vincolati al settore agromeccanico, l'ammodernamento tecnologico dei contoterzisti – fondamentale per la sostenibilità e la precisione – rischia di arrestarsi, creando un gap incolmabile tra gli Stati membri.
UNCAI fa proprio il monito del Santo Padre contenuto nel messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace: "Verso una pace disarmata e disarmante". Il Papa Leone XIV denuncia una corsa al riarmo che ha visto le spese militari mondiali impennarsi del 9,4% in un solo anno, alimentata da enormi concentrazioni di interessi finanziari privati che condizionano le scelte degli Stati.
«Il Papa ci ricorda che nessun destino di guerra è già scritto e ci invita a rifiutare la logica del para bellum per adottare quella del para pacem», commenta Aproniano Tassinari. «Ma come possiamo noi, come cittadini e agricomeccanici, favorire questo "risveglio delle coscienze" se i leader politici sembrano aver delegato le decisioni sulla vita e sulla morte a freddi automatismi e interessi economici? Denunciare queste concentrazioni di potere non basta più se non si riattiva il pensiero critico contro questa spirale distruttiva dell'umanesimo. La risposta è nel presidio permanente: iniziative spontanee che sottraggano ai tecnocrati i loro punti di riferimento abituali. Come un anno fa non bisogna offrire sponde politiche a chi intende frammentare la PAC, poiché una pace vera si garantisce partendo dal sostentamento dei popoli, non dalla preparazione dei conflitti».
Il Presidente Tassinari conclude ricordando che la sicurezza alimentare di 400 milioni di cittadini è il primo pilastro della pace. La mobilitazione deve proseguire in ogni sede per impedire che l’agroalimentare europeo diventi la moneta di scambio per una deriva bellicista lontana dalle necessità delle campagne.